Stando a quanto affermano gli ultimi dati elaborati dall’Eurostat, nell’eurozona la disoccupazione nel mese di ottobre è calata di un decimo di punto percentuale all’8,8%, contro il dato dell’8,9% rilevato nel corso del mese precedente, e a sorpresa rispetto alle attese. Si tratta – peraltro – del secondo calo consecutivo e del nuovo livello minimo dal 2009 a questa parte. In media ora il livello è in rotta per un calo di due decimi nell’ultimo trimestre all’8,8% dal 9,0% del terzo.
europa
Tiene ancora il livello di fiducia in Europa
Sono globalmente soddisfacenti le nuove indagini sul livello di fiducia in Europa. Di fatti, dopo che lo ZEW in Germania ha raggiunto un nuovo livello massimo nel corso del mese di novembre, la pubblicazione delle indagini di fiducia è proseguita a livello aggregato per la zona euro con elementi sostanzialmente soddisfacenti, stimano gli analisti.
Dati contrastanti sul fronte PMI europeo
Le ultime statistiche relative ai PMI manifatturieri e compositi in area euro hanno fornito alcuni elementi statistici piuttosto contrastanti. In particolar modo, la seconda stima del PMI manifatturiero ha rivisto marginalmente al ribasso il dato a 56,7 punti da 56,8 punti del mese di aprile. L’indice risulta in ogni caso in aumento di mezzo punto rispetto a quanto avveniva nel corso del mese di marzo.
Dati contrastanti sui consumi europei
Sono stati piuttosto contrastati i dati che arrivano su vendite e consumi delle principali economie dell’eurozona. Partendo da quelli positivi, i dati sulle vendite al dettaglio tedesche nel mese di febbraio hanno segnato un netto recupero dal -1,0 per cento a + 1,8 per cento mese su mese contro attese di +0,7 per cento su base mensile, mentre segna una contrazione non prevista l’indice annuale a -2,1 per cento dopo il +2,7 per cento anno su anno di gennaio.
Mercati azionari europei ancora negativi
I listini europei nella giornata di ieri sono tornati a registrare delle variazioni negative, prolungate poi anche nella prima parte della seduta odierna, con le ulteriori pressioni in vendita sui bancari che accentuano le perdite sul listino domestico. Il FTSEMIB registra infatti la peggiore performance giornaliera, zavorrato da nuovi timori sul fronte di eventuali operazioni di ricapitalizzazione che gli istituti domestici potrebbero essere costretti a realizzare per garantire coefficienti patrimoniali più solidi; le vendite trovano anche sostegno nell’incertezza circa l’esito del referendum del primo week end di dicembre, con la vittoria del NO che potrebbe innescare instabilità politica e limitare l’afflusso di capitali nel mercato italiano da parte dei principali investitori internazionali.