Secondo un rapporto pubblicato da Oxfam, l’1% delle persone più ricche del mondo è responsabile di circa la stessa percentuale di emissioni globali di carbonio dei 5 miliardi di persone che rappresentano il 66% più povero.
L’analisi dell’organizzazione benefica, condotta in collaborazione con l’Istituto per l’ambiente di Stoccolma, ha rilevato che entrambi i gruppi hanno contribuito al 16% delle emissioni nel 2019. Il 10% più ricco è responsabile del 50% delle emissioni globali, mentre il 50% inferiore è responsabile solo dell’8%. All’interno del top 1%, il rapporto collega un terzo delle emissioni di carbonio al consumo personale negli Stati Uniti, seguiti dalla Cina e dai Paesi del Golfo. Il top 1% rappresenta 77 milioni di persone ed è definito nel rapporto come avente una soglia di reddito stimata di 140.000 dollari all’anno e un reddito medio di 310.000 dollari.
Peraltro, il report rileva come il consumo personale varia a seconda di fattori quali la posizione geografica, l’uso di energie rinnovabili e i trasporti – dove i più ricchi contribuiscono in misura significativamente maggiore a causa dell’uso di jet e yacht privati. Inoltre, tra il 50% e il 70% delle emissioni dell’1% proviene da investimenti in aziende, misurati prendendo le emissioni dichiarate dalle aziende e distribuendole in proporzione alla proprietà degli azionisti di tali aziende da parte dell’1%.
Secondo Oxfam e il SEI, gli investimenti dei miliardari nelle industrie inquinanti sono il doppio di quelli degli investitori medi.
Insomma, ancora una volta le statistiche di un’organizzazione indipendente sottolineano quanto siano varie le differenze tra i Paesi ricchi e i Paesi più poveri per quanto concerne le attività economiche svolte e le potenzialità di inquinamento, rendendo ancora più forte la necessità che siano proprio tali Paesi a muoversi senza indugi verso il contenimento dei livelli di inquinamento, giocando così un ruolo fondamentale per il controllo dell’evoluzione delle temperature e del surriscaldamento globale.