Il 2018 dovrebbe essere un anno piuttosto dinamico sul fronte valutario, con tante aspettative che non dovrebbero essere deluse. Ma come comportarsi nei confronti delle principali valute di scambio?
Iniziamo con il dollaro statunitense: abbiamo visto a dicembre la Fed alzare i tassi lasciando invariate le prospettive per il 2018 con i 3 rialzi previsti dei fed funds. Il dollaro non ne sta beneficiando, ma anzi ha subito ridotto una parte della forza maturata nell’attesa del meeting dicembre. Le previsioni restano prudenti sia sul dollaro che sulla futura strategia Fed, con contestuale stima di graduale deprezzamento nei confronti dell’euro.
A proposito di euro, la BCE – come da attese – ha preferito non assumere alcuna decisione nell’ultimo meeting del 2017, confermando però nel contempo l’intenzione di prolungare il quantitative easing con una riduzione degli acquisti a partire da questo mese di gennaio. Complessivamente, le prospettive restano ancora favorevoli a un rafforzamento dell’euro visto anche il miglioramento delle stime di crescita dell’Eurozona.
Passando poi alla sterlina, la valuta britannica ha da tempo assimilato le novità giunte dal Parlamento inglese che impone un voto in aula sulla Brexit anche dopo gli accordi definitivi con la UE. L’atteggiamento cauto della BoE, circa gli sviluppi della trattativa, non sta sostenendo la valuta, che necessita di una soft-Brexit per apprezzarsi, anche nelle prossime tappe.
Chiudiamo infine con lo yen giapponese: nell’ultimo meeting la BoJ ha attuato solamente una rimodulazione delle dimensioni degli acquisti lungo la curva dei tassi, riducendo quelli sul breve a favore delle scadenze più lunghe e lasciando immutate le attese di deprezzamento dello yen.