Cos’è l’intolleranza alla frutta oleosa

Sebbene sia meno conosciuta rispetto ad altre forme di intolleranza, l’intolleranza alla frutta oleosa è oggi una condizione abbastanza comune. Tale genere di alimento può infatti rilasciare sul proprio intestino alcune sostanze che con il tempo irritano la mucosa gastrica, e finiscono con il provocare il malassorbimento dei nutrienti e la secrezione di istamina, con un quadro sintomatico che potrebbe derivare da ciò.

Ma quali sono tali segni? Di sicuro, i più comuni sono quelli di cattiva digestione, di problemi intestinali (come la colite e la gastrite) e di dermatiti. In tali ipotesi, i cibi il cui consumo va ridotto, seguendo un principio come quello della rotazione, sono le noci, le nocciole, le arachidi, le mandorle, gli anacardi, i pistacchi, i pinoli e tutti i prodotti industriali che li contengono, anche solo in poche tracce come il cioccolato o il gelato. Per la stessa motivazione dovrebbe essere opportuno evitare l’assunzione di prodotti da forno come biscotti e pane.

Nel caso di intolleranza a questi alimenti, si può pur sempre sostituire la frutta oleosa. Di fatti, visto il contenuto in grassi buoni e sali minerali che rendono questi frutti preziosi per la salute e anche per la linea, si possono provare i semi di lino, di girasole, di zucca e di chia, che spesso sono ben tollerati. Per valutare se possono essere le alternative più valide per il proprio organismo, è naturalmente opportuno parlarne con il proprio medico di riferimento.

Di solito, nei casi più drastici, un aiuto può arrivare anche da avocado e da olive, che sono fonti animali di grassi anticolesterolo, ricchi di minerali e antiossidanti preziosi, esattamente come i frutti e come i semi oleosi dinanzi ai quali alcuni sono intolleranti. sopra citati. Si possono utilizzare avocado e olive per poter arricchire insalate, altri piatti e tanto altro!

 

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