Le spese universitarie in Italia non sono tra le più alte al mondo, soprattutto se si sceglie un’università pubblica. Per alcune università private la retta annuale lievita in modo sostanziale; inoltre si deve sempre pensare che chi si iscrive all’università è una persona giovane, che potrebbe non avere una solida situazione patrimoniale, ma allo stesso tempo preferisce non pesare completamente sulle spalle della famiglia di origine. Cerchiamo di capire quali sono le strategie che consentono anche a una persona giovane e con un lavoro precario di pagare senza problemi le spese universitarie, senza dover pesare sulla famiglia ma anche senza dover rinunciare all’ateneo che effettivamente si predilige.
Chiedere un prestito
Per saldare da soli le proprie spese universitarie, indipendentemente dall’ateneo scelto, si può pensare di chiedere un piccolo prestito. Un giovane, con un lavoro precario o a tempo determinato, difficilmente otterrà un prestito; sono però disponibili i cosiddetti prestiti con garante. Questa tipologia di prestito offre interessi fissi non eccessivamente elevati, soprattutto se il richiedente è un giovane e ha come finalità per il prestito quella di provvedere alla propria formazione personale. Il garante può essere anche un parente stretto, ad esempio un genitore o uno zio. Che però, se si saldano regolarmente tutte le rate, non si dovrà in alcun modo preoccupare del prestito del figlio o del nipote.
Scegliere una facoltà che offra interessanti opportunità lavorative
In Italia abbiamo un serio problema su questo fronte, nel senso che una buona fetta di coloro che si iscrivono all’università scelgono corsi di laurea che hanno pochi sbocchi lavorativi. Per contro molte posizioni lavorative, per cui sarebbe richiesta una specifica laurea, rimangono vuoti per carenza di persone con il titolo più adatto. Scegliere uno di questi corsi di laurea non solo può offrire una buona occupazione non appena si termina il corso, ma spesso permette di cominciare a lavorare prima della laurea, quando mancano solo alcuni esami e la discussione della tesi. Una vera opportunità che consente anche ai più giovani di restituire eventuali prestiti senza alcuna difficoltà o ritardo.
Provare a risparmiare
C’è anche la possibilità di limitare al minimo le spese durante il periodo di frequenza universitaria. Vivere in famiglia può essere un’opzione, così come scegliere un appartamento in condivisione con altri studenti. Per contenere ulteriormente le spese si può anche cercare di evitare spese inutili, come ad esempio un fine settimana all’estero o una serata a cena con gli amici. Frequentare un’università pubblica è un’altra opzione, per altro in Italia ce ne sono varie particolarmente valide, che rientrano nelle classifiche delle migliori università a livello mondiale.
Lavorare durante l’università
C’è chi riesce a trovare un piccolo lavoro anche mentre segue i corsi universitari. Certo non è sempre possibile, anche perché non tutti hanno questa attitudine e alcuni corsi universitari costringono a una vita massacrante, con lezioni ogni giorno e laboratori vari pomeriggi a settimana. Trovare un lavoro come copywriter, musicista, correttore di bozze o cameriere è spesso la soluzione migliore; permette di sbarcare il lunario senza dover lavorare le classiche 8 ore al giorno. Anche un anno in Erasmus può essere una buona idea, visto che la Comunità Europea, ma a volte anche i singoli atenei, riconosce un rimborso spese per gli studenti all’estero.
Ricordarsi le detrazioni
In Italia è possibile detrarre dalle tasse il 19% delle spese sostenute per tasse universitarie, master, dottorati di ricerca e corsi di specializzazione. Per farlo è necessario presentare il modello 730, indicando le spese per la formazione sostenute durante l’anno precedente. Certo non è molto, però si tratta sempre di un buon rimborso, che vale la pena non dimenticare.