Unicredit ha pubblicato i risultati relativi al secondo trimestre dell’anno, comunicando di aver registrato un utile netto in crescita su base annua del 3,3 per cento a quota 945 milioni di euro; il dato ha battuto le stime di consenso che erano ferme a 676 milioni di euro, e va letto con la precisazione che al netto dell’effetto cambio per la cessione di Bank Pekao sarebbe stato pari a 1,3 miliardi di euro. Ancora, la società ha precisato come il dato risulti essere influenzato da componenti straordinarie positive per 170 milioni di euro e dalla svalutazione di 135 milioni di euro della partecipazione nel Fondo Atlante.
Risalendo le righe di conto economico, e passando pertanto a una breve analisi sui ricavi, emerge come Unicredit abbia registrato però una variazione negativa su base annua del 7,8 per cento a 4,9 miliardi di euro, sebbene il dato abbia mostrato un miglioramento rispetto ai primi tre mesi dell’anno, con un contributo interessante fornito dalla componente commissionale, cresciuta del 7,8 per cento a 1,5 miliardi di euro, mentre il margine di interesse è risultato sostanzialmente stabile (-0,7 per cento) a 2,65 miliardi di euro. In calo i costi operativi, attestatisi a 2,86 miliardi di euro, portando in tal modo il rapporto cost/income al 58,9 per cento.
A livello patrimoniale, il coefficiente Cet1 fully loaded si è attestato al 12,8 per cento, con un impatto positivo di 72 punti base che derivano dalla cessione di Pekao. Infine, sul fronte della qualità del credito, Unicredit ha registrato rettifiche in calo del 36,1 per cento anno su anno e del 15,8 per cento rispetto al trimestre precedente, attestandosi a 564 milioni di euro. Viene così migliorato l’obiettivo del costo del credito per l’intero 2017 a 60 punti base, che dovrebbe passare a 49 punti base nel 2019.