La maggior parte delle allergie agli alimenti inizia nel primo o nel secondo anno di vita. Mentre alcune di queste reazioni possono risolversi nel tempo (come le allergie al latte vaccino o alle uova), altre allergie alimentari acquisite durante l’infanzia (come le allergie alla frutta a guscio o ai crostacei) in genere persistono per tutta la vita. Le allergie al latte o a un sostituto del latte a base di soia a volte si manifestano nei lattanti e nei bambini piccoli. Queste allergie precoci a volte non coinvolgono i soliti alveari o asma, ma possono causare sintomi in bambini che assomigliano a coliche infantili, e forse sangue nelle feci, o scarsa crescita.
Il quadro clinico delle coliche infantili, che di solito inizia entro un mese dalla nascita, è quello di un bambino che piange e che dorme male la notte. La causa delle coliche è incerta. Una varietà di fattori psicosociali e dietetici sono stati implicati, tuttavia, e l’allergia al latte o alla soia è stata proposta come causa di coliche in una minoranza di neonati con coliche.
Nei neonati, l’allergia alimentare è di solito diagnosticata osservando l’effetto di cambiare la dieta del neonato. La sindrome da enterocolite indotta da proteine alimentari (FPIES) è una condizione intestinale che colpisce i bambini ed è a volte indicata come allergia alimentare ritardata. Si verifica spesso nei neonati che iniziano a mangiare cibi solidi. A differenza di un’allergia alimentare tipica, i sintomi si manifestano ore dopo il consumo di un alimento. Si tratta di una grave malattia accompagnata da vomito e diarrea. Nei casi più gravi, la disidratazione e lo shock possono derivare dalla perdita di liquido dovuta alla diarrea e al vomito. Latte, soia e cereali sono gli alimenti che più spesso innescano i FPIES. La ricerca ha suggerito che le FPIES derivano da un meccanismo diverso rispetto alla produzione di anticorpi IgE osservati con reazioni allergiche tipiche.
Per quanto infine concerne alcune considerazioni particolari nei bambini, rammentiamo che un bambino allergico che prude, starnutisce e affanna molto può sentirsi infelice e, quindi, a volte si comporta male o appare iperattivo. All’altro estremo, i bambini che assumono farmaci antiallergici che possono causare sonnolenza possono diventare – appunto – sonnolenti a scuola o a casa. I genitori devono evidentemente comprendere questi diversi comportamenti, parlandone con il medico per poter monitorare la propria condizione.